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Wool Art/ Cornigliese
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Le finalità del nostro progetto di “recupero della lana di pecora Cornigliese” sono quelle di riuscire,con l`aiuto di tante persone sparse per l`Europa ed oltre, a realizzare un piccolo sistema di relazioni economiche e di coniugare sviluppo con qualità e creatività, il nostro sogno è di dare origine a buone pratiche di consumo sostenibile.
Abbiamo fatto manualmente la scelta dei velli presso un pastore locale ed abbiamo affidato lavaggio, cardatura e filatura ad una antica filanda toscana; il filato è stato spedito gratuitamente da agosto 2011 a circa 180 artisti tessili da Belgio – Canada -Francia – Germania- Norvegia - Olanda - Polonia- Portogallo - Serbia - Spagna – Svizzera nonché da tutte le regioni italiane, ed i risultati sono davvero interessanti.
Si tratta della più grande raccolta esistente di oggetti prodotti con lana Cornigliese. Il progetto è stato realizzato con l`aiuto della Fondazione Cassa di risparmio di Parma.

MarijKe Van Welzen dall`Olanda con uno scialle vera opera d`arte, Patrizia Polese (VR)o Matteo Salusso (To) con Sculture fantastiche come pure Lut Verrelst dal Belgio, artisti che lavorano nel tessile contemporaneo , zona di frontiera tra arte e design, molte le borse e gli arazzi realizzati a telaio con questa lana di pecora che i Borbone Parma a metà 700,incrociarono con la pregiata razza Merinos e che ha di conseguenza buone qualità tessili.
La mostra è stata esposta a Parma, a Bolzano ed a Lamezia Terme.

Viviamo giornalmente proposte di acquisto di prodotti “ griffati”e costosi che, se non sinteticamente, sono realizzati con lane dell`altro capo del mondo con migliaia di chilometri di spese di trasporto, danni per eco-sistemi marini, nonché per la nostra economia con “tose”di lana italiana abbandonate nei fossi o loro vendita sottocosto.
La nostra bella lana italiana di cui viene sbandierato l`uso per isolamenti termici , pannelli fonoisolanti o per il recupero di petroli versati in mare viene quindi considerata come un rifiuto cui dare un reimpiego e non una materia prima da valorizzare e proteggere insieme ad antichi saperi.

Questa idea di provare a recuperare la lana delle poche pecore autoctone esistenti sul nostro appennino è un tentativo per coniugare un percorso di Biodiversità ambientale con un crescente gruppo di “ biodiversità umana”, definizione forte per indicare una parte dell`umanità sempre più attenta all`ambiente ed alla qualità della vita..

Penso che dovremmo ricominciare a porre le relazioni umane al centro dei rapporti, anche di quelli economici per riscoprire i valori della partecipazione, della responsabilità delle proprie azioni, del piacere di incontrarsi e non ultimo di ritrovare la qualità dei prodotti.
(qualità perduta nel bailamme di questa Torre di Babele che è la società moderna)

Antonia Sorsoli.